giovedì 30 aprile 2020

IL MARCHIO NEL PENSIERO MEDIEVALE E MODERNO-ARISTOTELE E CARTESIO-STEP#12


ARISTOTELE E IL MARCHIO LINGUISTICO
"Or dunque, i suoni della voce sono simboli delle affezioni che hanno luogo nell'anima e le lettere scritte sono simboli dei suoni della voce. Allo stesso modo poi che le lettere non sono medesime per tutti, così neppure i suoni sono i medesimi; tuttavia suoni e lettere risultano segni, anzitutto, delle affezioni dell'anima che sono le medesime per tutti e costituiscono le immagini di oggetti già identici per tutti."
(De Interpretatione 16a, 1-8),Aristotele.
In questo passo tratto dal "De interpretatione" del filosofo medievale Aristotele, si tratta della Teoria del Linguaggio, tema a cuore del filosofo. E' possibile notare come i suoni della voce, derivanti dalle parole rappresentino il marchio della coscienza di ogni individuo. La parola esprime il pensiero radicato nella mente dell'uomo e le lettere sono simboli della parola. Aristotele pone una relazione tra i livelli della realtà, del pensiero, delle forme linguistiche orali e delle forme linguistiche scritte. In particolare, oggetto di riflessione è il rapporto interno al segno linguistico forma-contenuto nel desiderio di stabilire in che modo le forme linguistiche siano simboli dei processi psichici che si originano nella coscienza.

CARTESIO E IL MARCHIO DELL'ESISTENZA
«Ego cogito, ergo sum, sive existo.» «Bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità, penso dunque sono, era così salda e certa da non poter vacillare sotto l’urto di tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici, giudicai di poterla accettare senza scrupolo come il primo principio della filosofia.»
Discorso sul metodo,Cartesio.
In questo passo tratto dal "Discorso sul metodo" del filosofo moderno Cartesio, si sottolinea il pensiero cosciente umano come marchio dell'esistenza personale. "Io penso, quindi esisto". L'ergo va inteso come una sorta di esclamazione per sottolineare la scoperta appena fatta: "io penso" ed "io sono" sono oggetto di un unico atto di conoscenza e quindi costituiscono una certezza unitaria, ovvero il fatto di pensare significa immediatamente il fatto di esistere.
Frontespizio "De Interpretatione"
Frontespizio "Discorso sul metodo"

 

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