ARISTOTELE E IL MARCHIO LINGUISTICO
"Or dunque, i suoni della voce sono simboli
delle affezioni che hanno luogo nell'anima e le lettere scritte sono simboli
dei suoni della voce. Allo stesso modo poi che le lettere non sono medesime
per tutti, così neppure i suoni sono i medesimi; tuttavia suoni e lettere
risultano segni, anzitutto, delle affezioni dell'anima che sono le
medesime per tutti e costituiscono le immagini di oggetti già identici per
tutti."
(De
Interpretatione 16a, 1-8),Aristotele.
In questo passo tratto dal "De
interpretatione" del filosofo medievale Aristotele, si tratta della Teoria
del Linguaggio, tema a cuore del filosofo. E' possibile notare come i suoni
della voce, derivanti dalle parole rappresentino il marchio della coscienza di
ogni individuo. La parola esprime il pensiero radicato nella mente dell'uomo e
le lettere sono simboli della parola. Aristotele pone una relazione tra i
livelli della realtà, del pensiero, delle forme linguistiche orali e delle
forme linguistiche scritte. In particolare, oggetto di riflessione è il
rapporto interno al segno linguistico forma-contenuto nel desiderio di
stabilire in che modo le forme linguistiche siano simboli dei processi psichici
che si originano nella coscienza.
CARTESIO E IL MARCHIO DELL'ESISTENZA
«Ego cogito, ergo sum, sive existo.»
«Bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando
che questa verità, penso dunque sono, era così salda e certa da non poter
vacillare sotto l’urto di tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici,
giudicai di poterla accettare senza scrupolo come il primo principio della
filosofia.»
Discorso sul
metodo,Cartesio.
In questo passo tratto dal "Discorso sul
metodo" del filosofo moderno Cartesio, si sottolinea il pensiero cosciente
umano come marchio dell'esistenza personale. "Io penso, quindi
esisto". L'ergo va inteso come una sorta di esclamazione per sottolineare
la scoperta appena fatta: "io penso" ed "io sono" sono
oggetto di un unico atto di conoscenza e quindi costituiscono una certezza
unitaria, ovvero il fatto di pensare significa immediatamente il fatto di esistere.
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