venerdì 29 maggio 2020

STEP#19 - IL MARCHIO-SIGILLO NEL PENSIERO UTOPICO

Se si volesse riscontrare il termine sotto esame nello schema di un pensiero utopico si può fare riferimento al film "Il Settimo Sigillo" di Ingmar Bergman, datato 1957. Il tema principale del racconto è il rapporto tra la vita e la morte, il pensiero dell'uomo riguardo la morte e la sua relativa paura, nonché la relazione tra l'uomo e la fede. Interrogativi costanti nella vita di ciascun essere umano che vengono personificati, utopizzati e vissuti con la concretizzazione della Morte come personaggio. Da qui il titolo del film che rimanda al sigillo conclusivo del libro di Dio e evidenzia la volontà di dar risposta ai "perché" dell'uomo. L'utopia del film ha scopo di mostrare la preponderanza dei pensieri nella vita di ogni giorno e cerca di "alleviare" la paura che gli uomini hanno di fronte la morte, studiando il rapporto tra uomo e Onnipotente. Celeberrima scena è quella di incipit film, ove il protagonista Antonius Block, tornando sconfitto da una lunga crociera nella sua terra, trova ad attenderlo la Morte personificata con la quale inizia una partita a scacchi cercando di procrastinare la fine dei suoi giorni. Tale partita è metafora della presa di coscienza della vita da parte dell'uomo ma anche della propria vita realizzata fino a quel punto. Obiettivo del protagonista è rinviare la resa dei conti con la Morte, sfidandola e vincendo il duello; solo guardando in faccia la Morte l'uomo prende coscienza della vita e dell'importanza da dare ad essa. Altra scena significativa tra l'uomo e la Morte e la sua confessione con un frate che è personificato dalla Morte stessa; questo perché l'uomo diventa dubbioso riguardo la reale esistenza di qualcosa dopo la morte e vuole delle spiegazioni, incarnando egli la figura del credente moderno. E' un dialogo del tutto utopico in quanto non è il frate-Morte a interrogare il confessato, ma viceversa. 
Antonius Block imprigionato nella vita - Confessione
Altro personaggio simbolico della storia è lo scudiero Jones che rappresenta l'ateo moderno, il non credente, il quale incarna l'idea di mancanza di senso della vita. Scena rilevante è quella in cui Jones si rispecchia in una tavoletta di legno e guarda il suo autoritratto, ridendo di esso, del tutto inerte al senso della vita. La si guardi: 


La storia termina con Block che vive un breve momento di pace e serenità mangiando della fragole e bevendo latte appena munto con una coppia di attori appena incontrata. E' proprio in questa scena che l'uomo capisce in cosa consiste il vero senso della vita, ovvero nell'apprezzare le piccole cose, ogni momento della propria esistenza; da qui il protagonista, avendo trovato la risposta che cercava e quindi avendo rotto il Settimo sigillo, si disinteressa dal vincere la partita a scacchi con la Morte, che perderà da lì a poco. Attraverso un viaggio utopico, ricco di personificazioni, si arriva alla coscienza di quanto è importante la vita, il giusto senso che bisogna darle e quindi si arriva ad accettare la fede come espressione della non paura di morire.












mercoledì 27 maggio 2020

STEP#18 - IL MARCHIO NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA - KARL MARX

Il filosofo, vissuto nel diciannovesimo secolo, ha dedicato tutto il suo pensiero al monopolio economico-politico del capitalismo, formulando la dottrina risolutoria "marxista" incentrata sul comunismo e la lotta del proletariato. Capisaldi del suo pensiero sono molti scritti filosofici, più importante e rinomato "Il Capitale", pubblicato nel 1867. Marx ha fin da subito notato la schiavitù del lavoratore, costretto a produrre a cottimo beni a lui non appartenenti, simbolo dello sfruttamento dei capitalisti.

"L'economia politica considera come lavoratore soltanto il proletario, cioè colui che, senza capitale e rendita fondiaria, vive puramente del suo lavoro, di un lavoro unilaterale, astratto. Essa può quindi stabilire il principio che il lavoratore deve, come un cavallo, guadagnarsi tanto da poter lavorare. Non lo considera come uomo nel tempo in cui non lavora, ma lascia questa considerazione alla giustizia criminale, ai medici, alla religione, alle tabelle statistiche, alla politica e agli sbirri dell'accattonaggio."
(Manoscritti economico-filosofici)
Il lavoratore è considerato una merce; il salario è il prezzo della schiavitù; il capitale è il risultato dello sfruttamento. Da ciò deriva l'alienazione dell'operaio rispetto al prodotto del suo lavoro, rispetto alla sua attività lavorativa e rispetto alla sua stessa essenza d'uomo. Il prodotto infatti non appartiene all'operaio che l'ha manufatto, bensì al capitalista che l'ha acquistato, privandolo di qualsiasi soggettività. La merce è diventata una "cosa", ideata con l'obiettivo di soddisfare i bisogni della società e il rendimento di capitale. Questo non fa altro che rinforzare il rapporto conflittuale tra capitalista e operaio basato sullo sfruttamento da cui se ne deriva maggiore schiavitù. Il lavoro porta quindi all'alienazione perché, dice Marx, è in funzione del profitto. Da qui la merce, il marchio è anonimo, individuale, prodotto e consumato senza appartenere realmente a nessuno; simbolo di sfruttamento e funzione di capitale, denaro. È anch'esso schiavo del capitalista e della società che necessita di esso. Il filosofo definisce la merce come “forma elementare di ricchezza nella società borghese”; a suo parere i beni di produzione industriale che rimangono nelle mani dei capitalisti non sono merci bensì “prodotti”: acquistano nominativo di merce solo quando si effettua uno “scambio” con altri prodotti. Marx definisce il valor d’uso e il valor di scambio di una merce; il primo dipende dalla qualità del prodotto, il secondo dalla quantità. Lo scambio, che rende il marchio visibile e noto, sussiste dalla quantità: non si può scambiare un prodotto con lo stesso, non avrebbe senso, bensì con una merce differente con l’obiettivo di ottimizzare i prodotti stessi e i valori di scambio. Sta di fatto che due merci sono permutabili solo ponendo tra loro un rapporto quantitativo, che prescinde dalle loro intrinseche qualità; ossia ponendo un rapporto tra i loro valori di scambio. Da tutto ciò deriva che il valore di una merce e quindi il capitale, dipendono dalla quantità di lavoro che c’è dietro e quindi dalla fatica del lavoratoreCosì Marx arriva a contrastare l’alienazione dell’uomo, mostrare la dignità del lavoratore e dare un valore al marchio prodotto. Marx arriva alla conclusione che l'origine del problema è la proprietà privata. Per realizzare la disalienazione dell'uomo bisogna sopprimere la proprietà privata. Ma ciò è possibile solo con l'instaurazione del comunismo e relativa rivoluzione.
Per un quadro più dettagliato sul pensiero marxista si rimanda al link:

Karl Marx, 1875
Il Capitale -1867-Newton Editori



lunedì 18 maggio 2020

STEP#17 - ABBECEDARIO DEL MARCHIO


A: azienda
B: branding
D: Dna
F: Fiat
G: Gauss
H: hijab
I: impronta
L: Lavazza
M: manufatto
N: nomenclatura
O: originale
P: personalità
Q: qualità
R: rispetto  
S: soul
T: tatuaggio
U: ulcera
V: vaiolo
Z: zampa

venerdì 15 maggio 2020

STEP#16 - "TESTIMONIAL" DEL MARCHIO

Se si sofferma l'attenzione sui personaggi simbolo del marchio che ne implementano la visibilità, il pensiero divaga tra tutti i nomi famosi che testimoniano per uno specifico marchio. Si parla di "testimonial" che evidenzia un personaggio famoso, un consumatore tipo, un esperto di settore o un personaggio inventato, che si fa garante della credibilità di un messaggio pubblicitario e dei relativi prodotti o brand, associando la propria immagine a questi ultimi con l'obiettivo di incrementare la loro popolarità sul campo socio-economico. Di conseguenza i testimonial del marchio sono infiniti così quanti sono i brand. Ma in questo post voglio rivolgere l'attenzione al testimonial "base" di tutti gli altri, senza il quale non sarebbe mai esistita la possibilità di divulgazione dei marchi su scala mondiale, ossia il testimonial della Pubblicità. In effetti, è solo grazie all'effetto divulgativo dei manifesti pubblicitari che invadono le nostre vite con tutti i mezzi odierni messi a disposizione, che i marchi si mostrano tramite i loro testimonial; senza pubblicità la comunicazione-diffusione sarebbe pari a zero. Quindi, chi è stato il fondatore della pubblicità, ossia il testimonial più importante del marchio? Non si conosce un nome ben preciso, in quanto l'evento pubblicitario è esploso congiungendo diverse personalità. Alla storia è passato Jules Chèret, pubblicitario che nell'Ottocento capì l'importanza dell'immagine rispetto al testo e come da qui derivasse la necessità di attirare l'attenzione con immagini che fossero quasi magnetiche. Nacque così il Manifesto pubblicitario moderno per la comunicazione di massa.

STEP#15 - LIMITI E STIMOLI DELLO SVILUPPO DEL MARCHIO

Quando si pensa al Marchio si associa il pensiero ai grandi Loghi industriali che spopolano in tutto il mondo e al loro continuo sviluppo economico che segna la strada della concorrenza tra i giganti aziendali. Ci si domanda se tale sviluppo è limitato oppure ha le porte aperte ad una continua evoluzione del marchio e quindi dell'impresa produttiva che c'è dietro. In altre parole, cosa si può dire del "Branding"?* Questo tema è ampiamente affrontato nel saggio "No Logo" della giornalista canadese Noemi Klein uscito nel 2000, ove si passa in rassegna tutta la storia del marchi, il passato, il presente e si guarda anche al futuro. La giornalista mette in luce come il marchio si adatta all'evoluzione del campo produttivo e del campo sociale. Esso è succube delle aziende il cui obiettivo è primeggiare economicamente sulla faccia mondiale e ciò lo possono fare solo esternando loghi che vadano al passo con i tempi. Si parla di marketing*; ogni marchio non si limita ad un ristretto campo di interesse ma si espande diventando un "supermarchio". Se in precedenza il marchio era esempio evolutivo per la popolazione con l'obiettivo di mostrare il progresso tecno-aziendale, ora i ruoli si sono invertiti. È il marchio che corre dietro all'evoluzione sociale e riscontra nella popolazione uno stimolo di crescita. Si deduce che i limiti del marchio risultano essere degli stimoli di sviluppo per lo stesso. Questo concetto lo si riscontra nel Capitolo 7 del saggio, ove si denota il legame tra marchio e società, in particolare quella giovanile. I giovani infatti, pur di stare al passo con la moda sarebbero disposti a pagare bottini; di conseguenza le aziende cercano di interpretare il mondo giovanile lanciando sul mercato nuovi marchi e novità, aumentando la mercificazione e lo sfruttamentoSi parla di "marchio osservatore". È proprio da qui che il marchio si evolve; le aziende che non riescono a stare al passo con questo tipo di mercato, falliscono e con loro anche i rispettivi marchi.
Copertina "No Logo"-Naomi Klein
*branding: gestione del marchio
*marketing: processo che, a partire da una serie di obiettivi aziendali di medio-lungo termine e attraverso una fase preliminare di diagnosi della domanda e della concorrenza, arriva ad individuare i bisogni e le esigenze degli attuali e dei potenziali clienti e a stabilire le azioni più opportune per soddisfarli, con reciproco vantaggio per i clienti e per l’impresa.


sabato 9 maggio 2020

SILVIA ROMANO FINALMENTE LIBERA!

Oggi, 9 maggio 2020 è un giorno speciale! Finalmente è stata liberata dalla prigionia durata ben un anno e mezzo, Silvia Romano, volontaria italiana rapita nel lontano novembre 2018 in Kenya da un commando di uomini armati. La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio da parte del Presidente del Consiglio Conte e da lì è esplosa la felicità di tutti coloro che hanno seguito Silvia in questi anni e ne hanno ammirato gli ideali. "Sono stata forte, ho resistito e non vedo l'ora di tornare in Italia". Queste le prime parole di Silvia dopo la liberazione: sono l'espressione della felicità e della rinascita. La sua liberazione è una voce positiva in mezzo al buio che il mondo sta attraversando in questo momento. Lascerà sicuramente un marchio positivo in quest'anno turbolento. Silvia è una ragazza simbolo di cui vale la pena condividere gli ideali pieni di solidarietà e bontà verso i più poveri del mondo. 
BENTORNATA SILVIA, NON VEDIAMO L'ORA DI ABBRACCIARTI VIRTUALMENTE!

Tutte le info su Silvia e la sua liberazione al link:
https://www.ilsole24ore.com/art/conte-silvia-romano-e-stata-liberata-ADbcpWP?refresh_ce=1

Silvia e il suo Ideale

venerdì 8 maggio 2020

STEP#14 - IL MARCHIO NELLA CRONACA

Molti fatti di cronaca che appaiono nelle giornate quotidiane inerenti gli avvenimenti mondiali, sono evidenziate dalla presenza del marchio. Si pensi alla violenza delle donne, problema sempre più diffuso nell'attualità, che risuona ogni giorno nelle nostre orecchie tramite notizie di cronaca. Esso è un fatto talmente diffuso e costante che gli si è attribuito il nome di "femminicidio" e viene condannato il 25 novembre di ogni anno, quando si celebra la Giornata Internazionale della violenza sulle donne, con la presenza delle scarpette rosse. Sono proprio esse il marchio della violenza, e rappresentano il sangue di tutte le donne uccise. L'obiettivo, seppur a mio parere inutile, è quello della sensibilizzazione della gente a questo problema che anziché affievolirsi, si radica sempre più nella società. Ma ci sono tanti altri simboli che esprimono e condannano la violenza sulle donne, per maggiori informazioni, si rimanda ai seguenti link: 
https://www.controcampus.it/2019/11/significato-delle-scarpe-rosse-il-25-novembre-contro-il-femminicidio/
https://news.avventisti.it/simboli-sensibilizzare-sulla-violenza-le-donne/

Il marchio della violenza sulle donne
Se ci si sposta nel passato della storia italiana, un fatto di cronaca dove è evidente la presenza del marchio è l'uccisione del politico, giurista, accademico Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Sono state un'organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra nata nel 1970 con l'obiettivo di propagandare il pensiero comunista. In tutte le lotte e criminalità attuate, nonché nell'uccisione di Moro, i cui scenari sono ancora molto aperti e ignoti, le Brigate si sono sempre timbrate con il loro marchio individuale, una stella asimmetrica a 5 punte iscritta in un cerchio. I brigatisti scelsero la stella come simbolo dell'organizzazione perché essa era stata adottata da diversi movimenti rivoluzionari dell'epoca e faceva parte della simbologia comunista. La stella negli striscioni era di color bianco su sfondo rosso e compariva in mezzo, tra la lettera «B» e la lettera «R»; tuttavia, divenne nota principalmente come bianca su sfondo scuro nelle fotografie in bianco e nero diffuse dai brigatisti e così veniva disegnata sui muri. Per maggiori informazioni sul "caso Moro" e sulla storia delle Brigate Rosse si rimanda ai seguenti link: 

Sequestro Aldo Moro


mercoledì 6 maggio 2020

STEP#13 - IL MARCHIO NELL'INGEGNERIA

Il termine lo si può riscontrare in tante discipline del mondo ingegneristico. Come già ampiamente esposto nel blog, il Dna, oggetto di studio dell'Ingegneria Biomedica tramite discipline biologiche, costituisce il Marchio dell'umanità ed è la base dell'evoluzione dei progetti biomedici. Il termine è anche presente nello studio della meccanica industriale, in quanto tutte le costruzioni meccaniche sono timbrate da una marchio di fabbrica che sono la base della conoscenza dell'Ingegneria meccanica-industriale. Cosa dire del marchio chimico-biologico? Esistono i marcatori biologici che permettono di fare uno screen completo delle analisi cliniche e evidenziare eventuali patologie, si pensi ai marker tumorali. Vi sono anche molti marcatori chimici utilizzati nel calcolo del ph delle soluzioni fisiologiche ma anche in tanti altri ambiti. Se ci si sposta verso l'Ingegneria Aerospaziale, esistono i marker aeronautici, ad esempio il radiofaro usato per favorire l'atterraggio strumentale dell'aeromobile. Esso è un trasmettitore radio omnidirezionale che trasmette una sequenza su uno specifico segnale, tutto ciò è ovviamente implementato dalla fisica e dall'elettronica. Come è possibile notare, il marchio ha un contatto diretto con l'Ingegneria e viaggia in parallelo con l'evoluzione scientifica.


Studio marcatori biologici
Radiofaro


sabato 2 maggio 2020

L'ESAGERAZIONE DEL MARCHIO AZIENDALE


Questo spot pubblicitario è a mio parere l'espressione dell'esagerazione che, talvolta, i padri della pubblicità che sono i grandi marchi aziendali utilizzano per accattivare la popolazione verso la compravendita dei loro prodotti. Appena l'ho vista mi è arrivata dritta al cuore per il bel messaggio espresso, ma quando ho visto che era marcata da "Lavazza" con le parole di Charlie Chaplin, questo mi ha deluso in quanto ho visto la faccia della speculazione aziendale che tenta e riesce a smuovere la sensibilità della gente con l'obiettivo di accaparrarsi il primato economico.

STEP#25 - LA BELLEZZA DELLA DEMOCRAZIA

7 Giugno 2020. Splende il sole nella città di Milano: l’estate è ormai alle porte e la pandemia da Covid sembra essere sulla via della scomp...